Metodo Kabat
Il metodo Kabat, detto anche tecniche di Facilitazioni Propriocettive Neuromuscolari (PNF), parte da questo concetto: i movimenti qualitativamente migliori vengono compiuti, nella maggior parte dei casi, seguendo delle linee diagonali rispetto all’asse sagittale del corpo e con una rotazione. I muscoli delle estremità e del tronco sono raggruppati funzionalmente in schemi specifici composti da movimenti diagonali-spirali. Un singolo muscolo o un movimento isolato non è praticamente mai usato nel compimento dell’attività volontaria.
Questi schemi hanno il pregio di porre tutti i gruppi muscolari che vi agiscono, nelle migliori condizioni per avere una massima contrazione.
Quindi si può facilitare la risposta volontaria di un muscolo deficitario per mezzo di uno schema di tutto un arto posto sotto resistenza. L’eccitazione di un muscolo paralizzato attraverso uno schema provoca una risposta simile a quella dell’irradiazione dei riflessi e l’irradiazione è il fenomeno più importante che si sfrutta in questa metodica.
Gli obiettivi di questa metodica sono: miglioramento della coordinazione, riacquisizione della sequenza fisiologica del movimento, risoluzione degli schemi di movimento patologici, normalizzazione del tono muscolare, aumento della forza muscolare, allungamento dei muscoli.
Durata della seduta: 45 minuti – 1 ora
Indicazioni:
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Lesioni del sistema nervoso periferico;
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Paralisi del nervo facciale
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In ortopedia e traumatologia: dopo fratture, affezioni muscolari, dei tendini e dei legamenti, infortuni sportivi, rieducazioni di atrofie muscolari e retrazioni articolari, amputazioni.
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Patologie del SNC: atassia, sclerosi multipla, paralisi cerebrali, affezioni infiammatorie e degenerative.